Con l’occasione della ricorrenza dell’8 marzo il coordinamento femminile della FIPAC, federazione dei pensionati di Confesercenti, si è riunito per riflettere e, quindi, mettere in evidenza l’importante ruolo delle donne.
Con l’occasione della ricorrenza dell’8 marzo il coordinamento femminile della FIPAC, federazione dei pensionati di Confesercenti, si è riunito per riflettere e, quindi, mettere in evidenza l’importante ruolo delle donne.
Una figura dalle molteplici sfaccettature sempre più presente ed attiva nella nostra società, nelle imprese, nella vita sociale e di continuo sostegno alle famiglie, sia da un punto di vista economico che organizzativo.
Il loro prezioso apporto nell’ambito familiare continua anche da pensionate come valido aiuto per accudire i nipoti e fronteggiare tutti quei servizi inerenti i bisogni delle famiglie che scontano l’assenza di adeguate politiche a livello pubblico di welfare (politiche sociali e servizi alle famiglie).
Le pensionate, malgrado la costante perdita del potere d’acquisto delle pensioni, non solo si fanno carico della cura e dell’assistenza dei familiari, ma sono sempre pronte ad ogni possibile rinuncia per sopperire alle esigenze economiche dei più giovani, figli o nipoti che non riescono ad essere autosufficienti.
Spesso le donne pensionate sono anche vedove ed oltre alla perdita affettiva si ritrovano ad affrontare il quotidiano con l’unico sostegno economico derivante dalla pensione di reversibilità, quale trattamento ridotto (60%) rispetto a quello originario del dante causa. Inoltre, le donne beneficiarie di trattamenti pensionistici rappresentano una percentuale più alta rispetto agli uomini (52% dati Inps al 31/12/14), ma la spesa pensionistica loro destinata rappresenta il 44,2% (dati Inps al 31/12/14). Infatti, l’importo medio dei trattamenti pensionistici percepiti dalle donne (sia pensioni dirette che indirette) risulta essere al di sotto dei mille euro o comunque pari ad un terzo rispetto a quello degli uomini.
Questa giornata dell’8 marzo sia, quindi, una riflessione anche per lo stesso Governo affinché, nell’ambito di interventi necessari e destinati a riformare le politiche sociali (rif. DDL “c.d. Lotta alla Povertà – esame alla Camera Commissioni Riunite XI e XII), non vi sia un’interazione oltremodo negativa nei confronti delle pensionate titolari di reversibilità.
Proprio con specifico riferimento alle pensioni di reversibilità, anche se è stato appreso con soddisfazione delle rassicurazioni arrivate da diversi esponenti del Governo, dell’esclusione di un intervento sulla materia nell’ambito del provvedimento, è opportuno che il legislatore manifesti la volontà di separare e quindi di escludere, nell’ambito del provvedimento, le prestazioni previdenziali da quelle sociali e assistenziali.