“Non c’è traccia degli 80 euro che il presidente del Consiglio aveva detto sarebbero stati estesi anche ai pensionati – sottolinea Busà, direttore Fipac”.
L’Italia è un Paese che invecchia rapidamente, ma il Def varato dal Governo non sembra tenerne conto. Malgrado le pensioni siano tornate al centro dell’attualità politica, con tanto di annunci, mancano nel documento economico-finanziario evidenze di questa attenzione che sembra più opportunistica che reale.
E’ quanto sottolineato nel corso della giunta della Fipac, l’organizzazione dei pensionati di Confesercenti, che ha valutato la mancanza nel Def di riferimenti agli interventi più volte annunciati ed ancora mai concretizzati.
“Non c’è traccia degli 80 euro che il presidente del Consiglio aveva detto sarebbero stati estesi anche ai pensionati – sottolinea Lino Busà, direttore della Fipac – e c’è un vago accenno alla riforma Fornero e alla flessibilità in uscita con, di fatto, un rinvio al 2018 per poter meglio studiare la compatibilità di finanza pubblica. Ma soprattutto – aggiunge – ci preoccupa il modo in cui è stata trattata la questione delle pensioni di reversibilità che ha sollevato un nuovo polverone. In tutto questo, va ricordato che la pensione media in Italia è oggi in media di 14.000 euro per gli uomini e di 8.000 per le donne e che la tassazione sulle pensioni è la più alta d’Europa. Per non parlare del problema della sanità e delle drammatiche difficoltà che sono costretti ad affrontare gli anziani per curarsi”.
“Per questo – conclude Busà – nei prossimi giorni presenteremo il manifesto per città a misura di anziano, un documento con indicazioni e proposte che speriamo i candidati alle prossime elezioni amministrative tengano in considerazione ed inseriscano nei loro programmi. Governo, forze politiche ed istituzioni devono capire che se da una parte è cresciuta l’aspettativa di vita, dall’altra è anche aumentata la preoccupazione su come portarla avanti, da una certa età in poi”.