Sempre secondo il Rapporto: è boom di ultracentenari. Per quanto riguarda la Sanità: meno risorse e ancora iniquità.
“L’aspettativa di vita degli italiani è in calo”. Lo afferma il rapporto Osservasalute, presentato oggi alla Cattolica di Roma, secondo cui il fenomeno è legato ad una riduzione della prevenzione.
“Nel 2015 la speranza di vita per gli uomini è stata 80,1 anni, 84,7 anni per le donne, spiega Walter Ricciardi, Direttore dell’Osservatorio sulla Salute delle Regioni. Nel 2014, la speranza di vita alla nascita era maggiore e pari a 80,3 anni per gli uomini e 85,0 anni per le donne. L’andamento ha riguardato tutte le regioni”.
Secondo il Rapporto, poi, la popolazione è sempre più vecchia: “oltre un italiano su 5 ha più di 65 anni, e i “giovani anziani” (fra i 65 e i 74 anni) sono oltre 6,5 milioni, pari al 10,7% della popolazione residente. Aumentano anche gli “anziani” (75-84 anni): sono oltre 4,7 milioni e rappresentano ben il 7,8% del totale della popolazione (nella scorsa edizione del Rapporto erano circa 4 milioni e rappresentano ben il 7,6% del totale della popolazione). Cresce il numero dei “grandi vecchi“, una popolazione pari a oltre 1 milione e 900 mila unità che corrisponde al 3,2% del totale della popolazione residente (l’anno precedente erano 1 milione e 700 mila unita, pari al 3% del totale della popolazione residente)”.
Si conferma il boom di ultracentenari, che continuano ad aumentare sia in termini assoluti sia relativi. Al 1° gennaio 2015 oltre tre residenti su 10.000 hanno 100 anni e oltre. Gli ultracentenari sono molto più che triplicati dal 2002 al 2015, passando da 5.650 unità nel 2002 a oltre 19.000 nel 2015. In termini relativi, nel 2002, quasi uno ogni 10.000 residenti era ultracentenario, mentre nel 2015 oltre tre ogni 10.000. Nel 2015, considerando sia gli uomini sia le donne, si è registrato un incremento di ben 1.211 unità, con un incremento annuo pari a 6,8%. Più numerose le donne, che nel 2015 rappresentano l’83,8% del totale degli ultracentenari”.
“Anche quest’anno le analisi contenute nel Rapporto Osservasalute segnalano numerosi elementi di criticità, in quanto confermano il trend in diminuzione delle risorse pubbliche a disposizione per la sanità, l’aumento dell’incidenza di alcune patologie tumorali prevenibili, le esigue risorse destinate alla prevenzione e le persistenti iniquità che assillano il Paese e il settore della sanità”, ha spiegato Ricciardi.
“La spesa sanitaria pubblica, indicano i dati, è passata dai 112,5 miliardi di euro del 2010 ai 110,5 del 2014. Questa contrazione ha coinciso con una lenta, ma costante riduzione dei deficit regionali. Infine l’investimento in prevenzione nel Paese è ancora molto scarso. L’Oecd (2013) evidenzia che il nostro Paese destina solo il 4,1% della spesa sanitaria totale all’attività di prevenzione, quota che ci colloca in posizione di rincalzo tra i 30 Paesi dell’area Oecd”.