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Fipac Brescia: «Sindrome» del pensionato? Meglio prevenire

Fipac e Confesercenti hanno approfondito la tematica in un convegno sui problemi psicologici del pensionamento.

Fipac Brescia: «Sindrome» del pensionato? Meglio prevenire Meta agognata in una vita di sforzi, prima. Possibile scintilla per una crisi personale, poi. Comunque la si legga uno spartiacque dell’esistenza umana, discussa, controversa, oggi sulla bocca di molti – complici le famose buste arancioni in arrivo nelle case di migliaia di lavoratori – e nei sogni di altrettanti: la pensione. Troppo spesso sottovalutata nei suoi aspetti totalizzanti e, forse per questo, mai presa realmente in considerazione sino al suo arrivo.

La Fipac (Federazione Pensionati del Commercio) e Confesercenti hanno voluto approfondire la tematica in un convegno dedicato ai problemi psicologici del pensionamento. Ne esce un quadro complesso, contaminato dai limiti stessi della definizione di pensionato, frequentemente identificato come anziano.

«In realtà non è così – attacca lo psicologo Matteo Merigo, al tavolo dei relatori con Giuseppe Zani (presidente provinciale Fipac e Luigi Lupi (vicepresidente Confesercenti Lombardia Orientale) – anzi, ci sono molti casi di giovani che tendono a invecchiare precocemente, già tra i 35 e i 40 anni, per vari motivi: mancanza di interessi specifici, modifiche biologiche, usura lavorativa. Per queste persone il raggiungimento della pensione sarà certamente più problematico».

Da contraltare esiste invece un segmento di popolazione che tende a ritardare l’invecchiamento e, quindi, a innalzare la longevità: «Vecchiaia fisica e psicologica non coincidono più – spiega Merigo – e anche questo può essere un grosso problema, una volta smesso di lavorare. Il rischio è di pagare a caro prezzo quella serie di cambiamenti interiori, come le modifiche neurotrasmettitoriali del cervello. Ma anche le fonti di stress cronico e negativo, che devono suonare come un campanello d’allarme».

TUTTI FATTORI che rischiano di aggravarsi se uniti, in una miscela esplosiva, alla depressione, sempre più diffusa negli over 65: le percentuali parlano di una prevalenza sino al 35% sopra questa soglia di età. Sindrome che, nel pensionato può portare a conseguenze non da poco: apatia, insicurezza diffusa (soprattutto per i furti), ansia, tono dell’umore negativo, anedonia.

E le cure? Come sempre un ruolo decisivo viene giocato dalla prevenzione.

Ancora Merigo: «Fondamentale è la progettualità, unita al mantenimento di interessi, oltre al superamento dei confini mentali. Quindi il volontariato in primis, la partecipazione in società sportive o associazioni di vario genere, o la prosecuzione del proprio impiego come hobby».

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