Sembra evitata – dice Busà – la beffa della restituzione da parte dei pensionati della rivalutazione del 2015.
“Le nuove pensioni erogate dall’Inps nel 2016 sono state 443,477 con un calo del 22,19% rispetto al 2015 (570.002)”. Lo si evince dai dati dell’Osservatorio dell’Istituto sul monitoraggio sui flussi di pensionamento.
Nell’anno, dice l’Inps “sono scattati sia l’aumento dell’aspettativa di vita (4 mesi per tutti) sia i nuovi requisiti per le donne (passaggio da 63,9 anni a 65,7). Nel secondo semestre la tendenza si attenua (il calo era del 34%) poiché accedono alla pensione coloro che sono stati bloccati nei primi mesi”.
L’Inps segnala “un calo annuale consistente per i flussi di pensionamento di vecchiaia con un -30,28% (da 162.815 i nuovi assegni nel 2015 a 113.500 nel 2016) e di uscita anticipata con un -28,56% (da 157.522 a 112.529). Cali meno consistenti si sono registrati per le nuove pensioni di invalidità (-15,98% a 43.423) e per quelle ai superstiti (-12,1% a 174.025). Mentre una diminuzione significativa è stata registrata anche dai nuovi assegni sociali passati da 48.297 a 34.411 (-28,7%)”.
“La tendenza al calo – conclude – riguarda anche gli importi delle pensioni. Quello medio mensile di pensione nel 2016 è stato di 987 euro, identico al 2015. Il dato è molto diverso per le varie tipologie di pensione con 643 ero medi per la vecchiaia, 1.929 euro medi per la pensione anticipata, 765 euro medi per l’invalidità e 657 per i nuovi assegni ai superstiti. Per i lavoratori dipendenti le nuove pensioni in media valgono 1.221 euro, mentre per i coltivatori diretti sono state in media di 615 euro. La pensione media degli artigiani in uscita nel 2016 è stata di 946 euro mentre per i commercianti è stata di 911 euro”.
“Almeno sembra che sia evitata la beffa della restituzione da parte dei pensionati della rivalutazione del 2015 che è risultata essere maggiore dello 0,1% rispetto quella reale – dichiara il direttore della Fipac Confesercenti Lino Busà. Confidiamo che il Ministro Poletti tenga fede all’impegno assunto, congelando la rivalutazione con un emendamento ad ok da inserire nel decreto Milleproroghe”.