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Bologna, Giornate della Buona Salute: passi lenti alla riscoperta della città

Visita il 15 maggio scorso al complesso monumentale della Basilica di San Domenico


“Lenta-Mente… passi lenti alla riscoperta di Bologna” è stato il titolo dell’iniziativa realizzata il 15 maggio scorso dalla Fipac e da Confesercenti Bologna nell’ambito delle “Giornate della Buona Salute”, organizzate da Fipac Nazionale.

Si è trattato di uno speciale giro turistico, accompagnato da una guida specializzata, nel centro di Bologna dedicato tutto ai pensionati del settore commercio turismo e servizi. Il tour si è concluso con un gustoso buffet al Bricco d’Oro, storico bar di Bologna a due passi dall’Archiginnasio, da sempre socio Confesercenti.

Sono stati più di 50 i partecipanti all’iniziativa della Fipac di Bologna che alle 10 si sono ritrovati in piazza San Domenico. Dedicato a coloro i quali, un passo dopo l’altro, seguendo il proprio ritmo, hanno voglia di scoprire e costruire nuovi percorsi di vita in compagnia, il giro turistico aveva come programma “I domenicani a Bologna e la chiesa di San Domenico”. In pratica, si è concentrato sulla storia di uno dei più importanti ordini religiosi, attraverso la visita al complesso monumentale (basilica e convento) che i frati domenicani hanno impiantato nei secoli ad un centinaio di metri a sud da piazza Maggiore.

I pensionati Fipac hanno potuto visitare e conoscere le storie del grande chiostro e il magnifico coro intarsiato, della Cappella di San Domenico, affrescata da Guido Reni, e della tomba del Santo, opera di Nicola Pisano, Niccolò dell’Arca e del giovane Michelangelo. Non è mancata una visita al Museo e alla Biblioteca, dotata di 630mila libri, un migliaio di cinquecentine e otto incunaboli.

«Nel 1982 – ha raccontato Padre Angelo Piagno, sottopriore, bibliotecario e archivista del complesso di San Domenico – qui è venuto Papa Giovanni Paolo II per incontrare l’università di Bologna e per sviluppare numerosi temi con tanti cardinali. La biblioteca è aperta al pubblico. Con Napoleone la biblioteca era stata ridotta ad una caserma e i libri ammassati in varie zone del convento. E anche una volta andato via Napoleone, tutto il complesso di San Domenico era rimasto occupato da soldati e civili per decenni, mentre i libri erano finiti all’Archiginnasio. Per poter sistemare i frati avevano fatto delle celle nella sala della biblioteca che venne ripristinata all’originale tra il 1958-59. In una mezza vela c’è ancora il colore originale».

Il resto della visita al complesso di San Domenico è stato curato da Elisabetta Berselli delle Guide d’Arte, aderente a Confesercenti Bologna. «Questa è una bellissima chiesa – ha affermato la guida Berselli, illustrando le opere d’arte e la struttura della cappella dedicata al santo – San Domenico è stato uno dei maggiori santi della cristianità. Nasce in Spagna e si muove moltissimo in Francia e in Italia e il legame con Bologna è dato dal fatto che fu uno dei primi fondatori dei conventi domenicani e che morì qui a Bologna il 5 agosto del 1221, dove viene sepolto nel convento fondato nel 1216 dal gruppo di frati che si erano insediati in Santa Maria della Mascarella. La chiesa che vediamo fu costruita sopra una vecchia chiesa che, nel corso dei secoli, ha subito trasformazioni enormi. Il sepolcro di San Domenico fu cominciato da Nicola Pisano nel 1264 e completato nel 1473 da Niccolò dell’Arca. Alla fine del XV secolo ci lavorò anche un giovane Michelangelo che realizzò le statue di un angelo reggicandelabro, di San Petronio e di San Procolo».

Suggestiva anche la visita al coro riccamente intarsiato nel monumentale abside della basilica, realizzato tra il 1528 e il 1549. Un’opera ricordata anche dal Vasari e che incantò l’imperatore Carlo V, quando venne incoronato a Bologna nel 1530.