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Fase 2: Fipac Confesercenti condivide la lettera appello di 100 mila medici al Ministro della Salute

Necessari potenziamento servizi territoriali e assistenza domiciliare

“Condividiamo e sosteniamo la lettera-appello sottoscritta da circa 100 mila medici al Ministro della Salute Roberto Speranza e alle altre autorità istituzionali e sanitarie”.

Così la FIPAC Confesercenti in una nota inviata dal Presidente della Federazione dei Pensionati Sergio Ferrari, al Ministro Speranza.

“Molti dei temi sollevati – spiega la Fipac – dai medici firmatari della lettera aperta, sono da tempo al centro della nostra iniziativa, a partire dal potenziamento dei servizi territoriali e dell’assistenza domiciliare. La presa in carico dei pazienti sul territorio è ancora più essenziale nell’avvio della fase 2 della lotta al CoVid-19 per evitare di far collassare gli ospedali, a seguito delle complicazioni che purtroppo portano poi alcuni pazienti, non curati adeguatamente all’insorgenza della malattia, nelle terapie intensive, ma soprattutto per monitorare l’andamento della pandemia sul territorio”.

“Tutto ciò si collega – prosegue Fipac – al tema della sicurezza e alla necessità di assicurare ad ogni sanitario i dispositivi di protezione individuale; l’esecuzione dei tamponi a tutti gli operatori sanitari, ma anche ai cittadini a maggior rischio, a partire dagli anziani con più patologie e quelli ospiti delle case di riposo, così come la richiesta e il sostegno all’Aifa per la decisione di utilizzare a domicilio i farmaci necessari. In attesa del vaccino per limitare l’insorgenza dei sintomi occorre una diagnosi precoce e cure appropriate: questo l’unico modo che abbiamo per salvare la vita a chi si ammala. Avviare la fase 2 con cure domiciliari, tamponi e test sierologici, quando validati, per tornare a uscire di casa in modo sicuro”.

“Al tempo stesso – conclude la Fipac – è necessario  riorganizzare gli ospedali perché riprendano le cure rivolte ai malati non Covid-19, assicurando a tutti sicurezza e protezione. La sicurezza per gli operatori e la cura di tutti i malati è un diritto che deve essere garantito”.

La lettera

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