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Fipac ai candidati alla Presidenza della Regione Toscana: più attenzione ai temi del welfare e dell'assistenza territoriale

La Fipac (Federazione Italiana pensionati del commercio) Confesercenti ha inviato ai candidati alla residenza della Regione Toscana un documento, a firma del presidente Fosco Tornani, nel quale si pone all’attenzione ai temi del welfare con particolare riguardo alla non autosufficienza e all’assistenza territoriale.

“La Fipac – si legge nel documento – non ha una connotazione partitica definita, la nostra missione è semplicemente quella di recepire le istanze e le richieste dei nostri associati, tutelarne i diritti, garantirne dignità e adeguata rappresentanza in tutte le sedi anche Istituzionali. In questi mesi il tema della salute è diventato ancora più centrale determinando ansia e preoccupazione nella vita dei pensionati e degli anziani.

La pandemia del Covid-19 ha messo in evidenza i problemi e le difficoltà della sanità sia a livello nazionale che regionale, con modalità diverse fra le varie regioni, ma frutto di scelte troppo spesso inopportune o semplicemente sbagliate nella programmazione, e attuazione di modelli funzionali sulla carta, ma inadeguati nella realtà. (..) Dopo una fase di tagli, di chiusura sistematica di ospedali territoriali e di reparti, di ridimensionamento dei posti letto, di smantellamento sistematico della sanità pubblica con 39 miliardi di minori investimenti dal 2018 al 2019, occorre avviare un profondo ripensamento del servizio sanitario pubblico, ed occorre mettere in campo risorse importanti per raggiungere questo obbiettivo, comprese quelle del Mes.

La stessa Corte dei conti nel “Rapporto 2020 di ordinamento sulla finanza pubblica” al capitolo “Sanità e nuovo patto per la salute” evidenzia come l’emergenza che il Paese sta affrontando ha reso più visibile, ove ve ne fosse stato bisogno, l’importanza di poter contare su una assistenza sanitaria efficiente e in grado di rispondere a minacce rese più insidiose da un sistema economico sempre più aperto e globalizzato. L’assistenza socio-sanitaria territoriale, si è confermata (pur con forti differenze fra regioni) un punto debole e sottoutilizzato nell’emergenza.  Nonostante le persone anziane siano il 23% della popolazione con una previsione di crescita ulteriore neri prossimi anni (Istat 2020), il Paese non ha una risposta adeguata ai loro bisogni di salute e assistenza. Le persone non autosufficienti sono quasi 3 milioni (2,2 milioni nel 2019 i percettori di indennità di accompagnamento). Per questo insistiamo per una Legge quadro sulla non autosufficienza che faccia leva su un sistema di sostegno alla vita autonoma ed alle soluzioni di assistenza domiciliare; un’azione di promozione della salute attraverso strumenti socio economici che concorrono al benessere della persona, e prevenzione; la riorganizzazione e revisione degli standard del sistema delle strutture residenziali attraverso anche un intervento pubblico. (..)

Le prossime elezioni regionali possono rappresentare un’occasione per associare al lavoro in corso sui piani regionali il potenziamento dell’assistenza socio-sanitaria territoriale alcuni interventi che appaiono determinanti alla luce dell’emergenza sanitaria in corso:

⦁ incremento della medicina territoriale e delle strutture di prossimità smantellate negli ultimi decenni;
⦁ garantire un ruolo più attivo ai medici di famiglia che devono rappresentare un fondamentale strumento della sanità pubblica, assumendo il ruolo fondamentale di presidio territoriale dell’assistenza;
⦁ potenziamento delle reti di assistenza socio-sanitaria territoriale;
⦁ interventi sui Pronto soccorso e le Liste di attesa: le difficoltà scaturite da quest’ultimo aspetto stanno assumendo proporzioni non più sostenibili. Le lungaggini e i costi rappresentano un serio problema per tutti i cittadini, è necessario ripensare i servizi, i tempi di erogazione, il rapporto con la sanità privata;
⦁ garantire la partecipazione dei cittadini e delle associazioni attraverso comitati di partecipazione, indirizzo e vigilanza al fine di migliorare il sistema nel suo complesso attraverso un concreto coinvolgimento di tutte le parti interessate in grado di valutare l’efficienza, ma anche l’efficacia dei servizi sanitari.