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Salute: dopo lo stop imposto dal Covid, il Servizio sanitario riparta puntando su assistenza a domicilio e medici di base

Le notizie che ci giungono in queste ultime settimane sull’andamento dell’epidemia nel nostro paese ci orientano verso un sempre più deciso ottimismo.

Tuttavia, questi quasi due anni passati nella emergenza hanno rivelato le debolezze nel nostro sistema sanitario. Prima fra tutte il puntare su di un sistema che gravita attorno ad ospedali di grandi dimensioni si è dimostrato fallimentare; infatti, si è visto immediatamente come questi non siano stati in grado di reggere la pressione sanitaria determinata dalla enorme massa di malati. La saturazione di tutti i reparti di degenza ha avuto come conseguenza la necessità di curare gli infetti sintomatici ai propri domicili con procedure spesso sommarie. Altro effetto è stato il blocco di tutte le attività specialistiche e la riduzione delle attività chirurgiche solo a quelle urgenti ed improcrastinabili con conseguenze devastanti che ancora devono essere pienamente valutate.

Di tutto questo chi più ne ha sofferto sono stati proprio i soggetti fragili e gli anziani, trovatisi soli e privi delle assistenze necessarie.

La recente disponibilità di nuove risorse finanziarie adibite alla ripresa del Paese non può fare a meno di considerare anche questi fatti. Le Regioni devono assolutamente riprendere al più presto le diagnosi e le visite delle liste di attesa che si sono accumulate. Non si può aspettare l’aumento del fondo, ma si deve avviare il sistema adesso perché altrimenti si blocca tutto. Il paziente deve arrivare vivo alla cura strutturale del PNRR.

Allo stesso tempo occorre che il sistema sanitario riparta da queste considerazioni, metabolizzando le debolezze evidenziate e indirizzandosi su una organizzazione che punti sul territorio con le strutture indispensabili per i cittadini: cure domiciliari a livello strutturale e case di comunità, strutture di riferimento dove operatori sanitari e sociosanitari danno una risposta ampia ai bisogni dei cittadini alleggerendo anche l’ospedalizzazione. Non può più accadere che una persona vada in codice bianco in ospedale perché non trova disponibile il suo medico.

Il potenziamento della figura del medico di base rappresenta in questa ottica una priorità, è necessario che si investa sulla sua professionalità e se ne alleggerisca il carico burocratico, perché i medici devono fare più i medici che le attività complementari, magari con il contributo dell’infermiere di comunità.

Si dovrà operare affinché i medici di medicina generale diventino protagonisti di questa fase, essendo loro i depositari di un affidamento del Ssn per le Regioni con le quali saranno concordate tutte le prestazioni aggiuntive. La disponibilità di lavorare in equipe e in medicina di gruppo rappresenta la migliore risposta alle esigenze del cittadino. Come sistema Paese bisogna quindi che si arrivi al PNRR con un coordinamento adeguato e le idee chiare affinché si possa dare corpo a questa straordinaria opportunità strutturale.