Prestare una forte attenzione al potere di acquisto delle pensioni, già consistentemente svalutate negli ultimi dieci anni a causa dei limiti imposti dai meccanismi di rivalutazione automatica e messe ancor più in pericolo dai segnali di forte rialzo dell’inflazione. Gli aumenti dei costi di acqua, elettricità, gas, trasporti, nonché la lievitazione dei prezzi in tutti i settori, pongono una parte sempre crescente dei nostri pensionati al di sotto della soglia della povertà, producendo sofferenze non solo individuali, ma anche familiari, che si aggiungono a quelle già causate dalla pandemia. Al auspichiamo che vengano sostenute le fasce più deboli dei pensionati e vengano tenute in considerazione alcune proposte di seguito indicate:
- Adeguare, seppur gradualmente, i trattamenti minimi di pensione al 40 per cento del reddito medio nazionale;
- Rivedere i limiti di adeguamento all’inflazione attualmente previsti dal meccanismo di rivalutazione annuale dei trattamenti pensionistici;
- Agire sulla tassazione delle pensioni italiane, tra le più ‘tartassate’ d’Europa, in un’ottica di armonizzazione con quanto avviene nella Ue.