Il CUPLA aderisce alla campagna “#fermatevi ”, che richiama il grido di dolore di Papa Francesco: “La guerra è una pazzia. Fermatevi per favore !!!”. Inoltre, invita tutte le proprie Associazioni aderenti e le loro strutture territoriali a fare tutto il possibile per stare vicino al popolo UCRAINO.
Il CUPLA sollecita con forza una soluzione diplomatica per fermare il conflitto che sta mettendo a rischio la vita di milioni di persone, in modo da ristabilire la pace. Grande è la preoccupazione per tutta la popolazione ucraina coinvolta che vive da giorni in città trasformate in campi di battaglia, costantemente in pericolo e costretta a cercare riparo nei rifugi sotterranei. In modo particolare il pensiero va ai più deboli, agli anziani, ai bambini e alle donne, lasciate sole dai loro uomini chiamati alle armi anche senza nessuna esperienza.
Nell’esprimere la piena solidarietà al popolo ucraino, che già conta troppe vittime anche tra i civili, è importante sottolineare che il CUPLA sta decisamente dalla parte degli aggrediti, rifiutando politiche ambigue che mettano sullo stesso piano chi ha invaso un Paese sovrano come l’Ucraina con i carri armati e distrugge case, ospedali, infrastrutture e chi è costretto a difendersi a costo della propria vita. Dai nostri associati più anziani, che hanno conosciuto da vicino le atrocità della guerra, viene il grido di dolore più forte, perché sanno bene che in nessun modo il conflitto può essere una soluzione delle controversie internazionali.
In questo quadro, il CUPLA deve rimarcare le ripercussioni e i problemi che già si manifestano anche a causa della guerra sul piano interno e che ancor più si presenteranno per l’acuirsi della crisi energetica e per le conseguenze delle sanzioni contro la Russia. Mentre si apprezza lo sforzo del Governo teso a limitare l’impatto delle vicende internazionali sulle imprese e sui cittadini, che già si appalesano con l’aumento delle tariffe energetiche e dei beni di prima necessità, auspica che i provvedimenti già annunciati e quelli che verranno assunti nel futuro siano adeguati a tutelare le fasce più deboli della popolazione, come quella degli anziani.