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Badanti: un nuovo contratto per i servizi di ausilio famigliare

Lino Busà: un passo avanti, ma la non autosufficienza resta un grande problema irrisolto

Professione in Famiglia, Associazione che rappresenta le famiglie che hanno bisogno di assistenza domestica e le imprese che offrono servizi di utilità alla persona, con la quale Fipac Confesercenti ha un accordo di collaborazione, è stata tra i firmatari del nuovo CCNL per il settore dei servizi di ausilio familiare, tutte quelle forme di assistenza non sanitaria destinate alla persona, solo parzialmente riconducibili al lavoro domestico.

Operatori d’aiuto, Tagesmutter, Procuratori d’aiuto, Assistenti familiari e per l’infanzia, Istitutori, sono le figure accomunabili al settore, ma l’evoluzione del welfare familiare potrà generare nuove professioni ed avere un contratto di riferimento.

Il CCNL regolamenta altresì i contratti alla pari che, nonostante non siano assimilabili a prestazioni lavorative, comportano la regolazione attraverso un contratto di ospitalità per legge. Le imprese e i lavoratori che forniscono servizi privati di assistenza domiciliare potranno quindi adottare questo CCNL, rispettando le norme previste dalla legislazione vigente, così come le famiglie assumere direttamente il personale di ausilio coerente con le peculiarità assistenziali.

“In Italia attualmente ci sono 3 milioni di anziani non autosufficienti – dice Lino Busà, Coordinatore nazionale Fipac. Quello dell’assistenza, dunque, è un problema centrale per molte famiglie italiane, che non possono essere lasciate sole ad affrontare tale emergenza. Gli operatori che prestano ausilio sono circa due milioni, in Italia, di cui 600 mila svolgono il lavoro in nero. Ben si capisce, dunque, l’importanza di questo contratto, a tutela di chi richiede il servizio e chi lo svolge. Regolamentare il comparto è un atto importante per il nostro Paese, sia in termini di flessibilità del rapporto tra famiglia e operatore (necessità di urgenza, straordinarietà e non programmabilità dell’assistenza) sia per l’istituzione di percorsi professionali finalizzati al collocamento, in modo da generare un percorso virtuoso a vantaggio di tutti. Si tratta di un passo avanti, ma la non autosufficienza resta un grande problema irrisolto”.

Le parti sociali ritengono congiuntamente che il CCNL stipulato non è che un primo tassello nel quadro più generale di welfare familiare e ripongono le giuste aspettative nella politica perché possa riempire il vuoto legislativo del settore anche attraverso i provvedimenti legati al Family Act, non ultimo la defiscalizzazione dei servizi di ausilio per i non autosufficienti, unico elemento concreto per debellare la piaga del lavoro nero e andare in aiuto alle famiglie.

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