Si è svolto a Cesena, organizzato dal Cupla di Forlì e Cesena, un importante convegno sul gioco d’azzardo. Le vittime della febbre da gioco sono trasversali a tutte le età, compresa quella dei pensionati e quando si supera il limite, e del divertimento non resta nulla, resta la malattia che giorno dopo giorno diventa sempre più grave.
Marcello Mazzotti coordinatore del comprensorio cesenate, aprendo i lavori ha voluto sottolineare che “il Cupla da sempre presta attenzione alla promozione dei diritti e del benessere delle persone anziane, facendo dell’adozione di stili di vita adeguati e mirati, un fine prioritario atto a frenare il rischio della non autosufficienza e della emarginazione.
Sono buoni propositi – ha proseguito il relatore – che a fatica però, possono essere mantenuti per effetto di una crisi economica tuttora in atto, dove in Italia la congiuntura economica assume sempre più caratteristiche di crisi sociale e che coinvolge la gran parte degli anziani, costretti a dover fare i conti con uno stato sociale che fatica ad assolvere alle loro elementari necessità.”
Ciò nonostante si assiste incredibilmente ad un fenomeno di massa di enormi proporzioni economiche che se non fosse poi per le conseguenze di una realtà inquietante, si griderebbe al miracolo.
Un business che raggiunge un fatturato da 90 miliardi, un settore con 6000 aziende che tiene occupati 120 mila addetti.
L’industria del gioco d’azzardo fa guadagnare al paese Italia il primo posto in Europa e un soddisfacente terzo posto nella classifica dei paesi che giocano di più al mondo. Sono oltre 400 mila le slot machine distribuite lungo il nostro territorio, più o meno una ogni centocinquanta abitanti e Roma ha la più grande sala bingo d’Europa con 900 postazioni da gioco.
Un fenomeno sociale che coinvolge e si diffonde principalmente tra bassi redditi e colpisce persone particolarmente vulnerabili, precari disoccupati casalinghe, pensionati.
Oltre un milione e settecentomila alle prese con la ludopatia sono anziani inconsapevoli di mettere a duro rischio la serenità, i legami e la sicurezza di molte famiglie.
“Una piaga sociale – ha proseguito Mazzotti – che sta andando fuori controllo, e drammaticamente in linea con alcol e droga”. Uno scenario allarmante che ha spinto il Cupla a cercare di comprendere quanto il rischio del gioco sia diffuso tra la popolazione anziana del territorio.
In collaborazione con il Dipartimento di Psicologia Uos di Cesena, il Cupla ha svolto una indagine, distribuendo ai propri soci questionari anonimi che hanno permesso di far luce su un fenomeno sociale complesso e spesso sommerso. Hanno presentato lo studio Silvana Grandi ordinario di Psicologia Clinica della Università di Bologna, Eliana Tossani, ricercatrice al Dipartimento di Psicologia dell’Alma Mater e Michele Sanza, direttore del Programma Dipendenze Patologiche Unità Operativa Ser.T Ausl Romagna che tra l’altro ha anche rilevato come il numero di utenti Gap (giocatori d’azzardo patologici) in carico sono aumentati vertiginosamente, nel 2013 ci sono stati 43 soggetti in carico.
“La nostra ricerca – ha spiegato Grandi – tenta di affrontare in modo non cattedratico il problema delle ludopatie tra la popolazione anziana, una delle categorie sociali più a rischio, per contrastare le forme problematiche del fenomeno che possono sfociare in veri e propri disturbi”.
“Il dato più significativo emerso rivela come il gioco d’azzardo ricreativo, non sia associato ad un minor livello di benessere, ma al contrario fornisca un qualche effetto benefico” ha chiarito la Dott.ssa Tossani.
Il privilegio del comune di Cesena, ha dichiarato Simona Benedetti, assessore al Welfare del comune di Cesena, “E’ quello di vantare una rete sinergica, non solo istituzionale ma anche associazionistica che collabora per arginare il fenomeno, ne è un esempio la campagna di sensibilizzazione a favore del buon gioco, invitando gli stessi cittadini, a premiare con le proprie scelte gli esercizi commerciali che rinunciano alle slot”.
“Il nostro obiettivo – ha concluso Cesare Garavini – presidente Cupla, è far si che il gioco ritrovi la sua dimensione ludica di passatempo e divertimento, coinvolgendo anche il Comune, ad aprire un dibattito a più voci, per trovare soluzioni a questa dilagante piaga sociale, magari prevedendo detrazioni fiscali per gli esercizi pubblici che rinunciano alle macchinette, introducendo la
tracciabilità della giocata, destinando parte degli introiti e dei premi non riscossi ad attività di ricerca e di aiuto ai giocatori con alto rischio dipendenza, garantendo forme di reale vigilanza a tutela dei minori. Scopo di uscire allora da questo incontro, è di essere più sensibilizzati, più coscienti del rischio ludopatia perchè il Cupla vuol far crescere tra le persone, tra i suoi soci, tra i suoi pensionati la consapevolezza di quanto possa essere facile e al contempo pericoloso cadere nei rischi del gioco d’azzardo, e poter conoscere gli effetti di un fenomeno così dilagante e incontrollabile, al fine di utilizzare tutte le strategie efficaci che possono esistere per raffrontarlo.
Marcello Mazzotti coordinatore Cupla/presidente Fipac comprensorio cesenate