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Fipac e CUPLA: 100 MILA LETTERE AL GOVERNO E AI PARLAMENTARI

“Il Natale è prossimo e dovrebbe portare gioia e serenità, ma la condizione di povertà in cui ormai versano molti di noi pensionati (7,4 milioni, il 44% del totale percepiscono una pensione inferiore ai 1.000 euro lordi mensili) non ci consente di essere né gioiosi né sereni”. E’ questo il messaggio contenuto nella vasta iniziativa che hanno assunto gli iscritti alle Organizzazioni dei pensionati facenti capo al CUPLA (Coordinamento Unitario Pensionati del Lavoro Autonomo) inviando 100 mila lettere al Presidente del Consiglio e ad altri membri del Governo, nonché alle autorità parlamentari, ai deputati e ai senatori, alle Istituzioni locali. Nelle lettere si fa presente che la condizione economica e sociale dei pensionati è sensibilmente peggiorata negli ultimi anni ed è ormai divenuta insostenibile, tanto che una grande percentuale di essi è caduta in uno stato di povertà assoluta e deve rinunciare a curarsi a causa delle lungaggini della sanità pubblica o dei costi aumentati, col terrore della possibile perdita dell’autosufficienza, vista l’assenza quasi totale del supporto pubblico. I provvedimenti finora assunti dai vari Governi hanno trascurato gli anziani e anche il Governo Renzi ha escluso i pensionati dal provvedimento degli 80 euro, che, se dati a chi effettivamente ha bisogno, sarebbero certamente spesi, con conseguente aumento dei consumi per la ripresa economica. Per questo i pensionati del CUPLA chiedono ai destinatari delle lettere l’interessamento su almeno tre punti. Primo arginare la crescente povertà tra gli anziani intervenendo sulle pensioni più basse con  il “bonus”  già concesso ai lavoratori attivi ed ampliando la “No Tax area” per   una minore pressione fiscale e per  ristabilire un minimo di equità e giustizia sociale; secondo venire incontro concretamente alle famiglie che hanno un non autosufficiente o un invalido in casa; riorganizzare la sanità pubblica e portare avanti con concretezza e determinazione il piano volto a “territorializzare” il servizio restituendo ai medici di base un ruolo primario con la costituzione sul territorio dei pool di specialisti multi disciplinari e assicurando l’assistenza continua.

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