Presenteremo al più presto – ha detto il Presidente – un dossier sulle case di cura e riposo
Si è svolta questa mattina, presso la sede di Confesercenti Nazionale a Roma, la riunione di Giunta della Fipac, nella quale sono stati affrontati temi importanti per come la ripresa del sistema Paese, le famiglie, sempre più povere o vicine alla soglia di povertà, le pensioni, che troppo spesso non consentono di vivere in maniera decorosa ed i prossimi appuntamenti della Federazione, come la Festa e l’Assemblea elettiva.
“È da tempo che segnaliamo un periodo di grande preoccupazione per le sorti dell’intero pianeta, dell’Europa e dell’Italia – ha detto il Presidente Fipac e Presidente di Confesercenti nazionale Massimo Vivoli. Lo scenario non sembra essere cambiato. Non ci sono solo tensioni internazionali. A preoccupare è pure l’affievolimento della crescita dell’occupazione e dei consumi delle famiglie ed i trattamenti pensionistici che restano al palo. I timori per una mancata ripresa dei consumi sono resi ancora più stringenti dal rialzo dell’inflazione che, in un contesto di crescita lenta dell’occupazione e del Pil, rischia di tradursi in una sensibile riduzione del potere d’acquisto delle famiglie e dei pensionati, con conseguenze negative per tutta l’economia. La nostra ripresa economica è ancora fragile, con un tasso di crescita tra i più bassi d’Europa. Una ripresa che abbiamo definito debole e fragile. Serve maggiore flessibilità per evitare che gli automatismi delle politiche di austerità ci soffochino”.
“È necessario – ha aggiunto il Presidente – crescere più velocemente, per attuare il processo di riduzione del debito pubblico, ormai un vero macigno ed elemento ostativo per ogni politica economica di largo respiro e che rischia di intaccare pesantemente il modello di stato sociale che è stato realizzato nei decenni scorsi. E’ vero che l’approvazione della legge delega per il contrasto alla povertà e poi l’attuazione che se ne fa nel Programma Nazionale di Riforma del DEF sono passi importanti verso l’istituzione di una misura nazionale equa, universale, inclusiva per venire incontro ai soggetti svantaggiati con l’obiettivo della loro integrazione sociale e lavorativa. E non si vuole neppure negare lo sforzo per finanziare la legge (1,18 miliardi per il 2017 e di 1,704 miliardi per il 2018). Ma è anche vero che tale sforzo è largamente insufficiente e gli anziani rischiano di restare esclusi, almeno per il momento, dai benefici della legge. Ciò anche a fronte dei drammatici dati sulla povertà della Penisola che mettono in luce uno scenario molto preoccupante in cui vivono, nell’indigenza assoluta, oltre 4 milioni e mezzo di persone. La povertà in 10 anni è cresciuta del 141% e tra le famiglie operaie il tasso di immiserimento è salito dal 3,9% a più del doppio. Dieci anni fa i poveri erano 588mila al Nord e poco più di un milione al Sud: oggi sono 4 milioni in tutto il Paese”.
“Nel Rapporto Annuale 2017, diffuso in questi giorni – ha sottolineato Vivoli – l’Istat prova a dare un quadro della società italiana e a tracciare i connotati delle nuove classi sociali: molto è cambiato ma molto si è cristallizzato. La disuguaglianza aumenta e non è legata a ragioni antiche, al censo, ai beni ereditati, ma in gran parte ai redditi, e in buona parte anche alle pensioni. Nell’ultimo decennio l’Italia ha perso 1,1 milioni di giovani tra i 18 e i 34 anni. Mentre al 1° gennaio 2017 la quota di individui con oltre 65 anni raggiunge il 22%, facendo dell’Italia il Paese più vecchio d’Europa. Nel 2016 si è registrato un nuovo minimo delle nascite, nonostante gli stranieri, che sono arrivati a poco più di cinque milioni, prevalentemente insediati nel Centro-Nord. Sono dati che non ci stupiscono e confermano una tendenza in atto da diversi anni. Un problema con cui dovremo fare i conti, se non vogliamo trovarci impreparati. Da tempo sottolineiamo che occorre un ripensamento radicale dell’idea di società, di welfare adeguato ai nuovi problemi demografici, e misure mirate a cominciare da una Legge Quadro per l’invecchiamento attivo. Per quanto riguarda la parte previdenziale, è positivo che l’incidenza della spesa pensionistica rimanga sostenibile dopo le modifiche alla legge Fornero ed è condivisibile la volontà del Governo di andare ad un’attuazione rapida della normativa in tema di flessibilità del pensionamento (APE volontaria, APE Sociale, Rendita integrativa temporanea anticipata, Opzione donna), ma abbiamo sottolineato, come il percorso di attuazione sia macchinoso e costoso.
E nella realtà rischia di essere inefficace”.
“In questo scenario – ha detto ancora il Presidente – la FIPAC deve fare la sua parte per cercare di assistere e sostenere i pensionati e le loro famiglie che si trovano a subire anche le conseguenze di scelte che non li favoriscono, ponendo al primo punto il problema di una sanità per tutti e di tutti. E’ questo il senso della Settimana della Buona Salute che si è conclusa, anche se sono ancora in essere delle iniziative, con risultati soddisfacenti. Si è trattato di una grande campagna di informazione e prevenzione che ha puntato a ribadire l’importanza di una politica concreta sui nodi della salute che faccia prevalere il concetto di benessere della persona nella sua totalità contrastando seriamente il rischio della crescita di quella che abbiamo chiamato “povertà sanitaria”. Nella Settimana della Buona Salute abbiamo svolto alcune importanti iniziative per sensibilizzare il Governo, le Regioni e le Istituzioni sanitarie ad organizzarsi per assicurare una assistenza sanitaria fruibile 24 ore al giorno, 7 giorni su 7 per essere vicini a chi sta male, soprattutto verso gli anziani soli. Abbiamo chiesto inoltre, la rimodulazione dei ticket sanitari sulla base dell’ISEE e interventi concreti per abbattere le liste d’attesa”.
“Su questi temi – ha concluso Vivoli – itorneremo al Convegno che terremo nell’ambito della Festa FIPAC. Ed inoltre presenteremo al più presto un dossier sulle case di cura e riposo. Stiamo andando incontro ad una nuova stagione della nostra Organizzazione con lo svolgimento dell’Assemblea Elettiva della Confesercenti, che sarà un preludio di quella della FIPAC, che abbiamo intenzione di svolgere, come da statuto, nel prossimo autunno. Ancora una volta dovremo saper cambiare pelle, adattarci ai cambiamenti, anticiparli dove possibile, senza però cambiare la nostra anima, la nostra “mission”, che è quella di esserci e di non far mancare il nostro contributo a sostegno dei pensionati e delle loro famiglie”.