Vivoli: al Governo chiediamo di rendere deducibili le spese di assistenza famigliare
In Italia ci sono oltre 3 milioni di persone non autosufficienti (tra le quali 2,8 milioni sono anziani); nonostante questo, però, manca ancora una legge nazionale che porti al riconoscimento della figura professionale delle badanti come operatrici d’aiuto e ne favorisca l’impiego da parte delle famiglie, spesso costrette al fai da te, tra nero e caregiver familiari, quasi sempre donne.
E’ quanto è emerso nel corso del convegno “Dalla badante all’operatrice di aiuto”, organizzato dalla Fipac, Federazione italiana pensionati delle attività commerciali Confesercenti, insieme con Professione in Famiglia oggi a Roma, cui hanno preso parte oltre al Presidente di Confesercenti nazionale e di Fipac Massimo Vivoli ed al direttore di Fipac Lino Busà, il Presidente di Professione in Famiglia Aldo Amoretti ed il Senatore Ignazio Angioni, primo firmatario del disegno di legge per il riconoscimento e la valorizzazione del caregiver familiare.
Il seminario si è posto l’obiettivo di mettere in luce le trasformazioni che hanno investito l’assistenza domestica. In generale il settore rimane ad appannaggio delle donne, prevalenti rispetto alla componente maschile (87,8% lavoratrici femminili, pari a 780mila, contro il 12,2% di maschi, circa 108 mila), le quali trovano una collocazione lavorativa soprattutto nella così detta “nicchia” dei servizi di assistenza alla persona. Molte di queste figure non sono in grado di fornire un’assistenza specializzata, molto spesso necessaria in presenza di persone malate, che richiedono assistenza infermieristica, seppur minima.
Per questo Fipac e Professione in Famiglia ritengono necessario un intervento, da parte del Governo, finalizzato non solo ad alleggerire il peso di costi spesso insostenibili per le famiglie, ma che possa anche agevolare l’emersione del lavoro nero.
“L’aumento dell’aspettativa di vita ed il progressivo invecchiamento della popolazione – spiega il Presidente di Confesercenti nazionale e di Fipac Massimo Vivoli – richiedono un maggiore sostegno per il settore del lavoro domestico, da parte della politica. Da tempo come FIPAC proponiamo la deducibilità di questo tipo di assistenza.
Oggi gli incentivi per assumere legalmente un lavoratore domestico sono ancora troppo scarsi. In particolare, almeno l’impiego delle badanti, dovrebbe essere supportato, intervenendo anche sulla formazione delle stesse: un processo, insomma, che porti ad una completa regolarizzazione del settore ed al riconoscimento di una figura professionale definita. Le scelte in materia di sostegno al welfare – conclude Vivoli – non possono che preoccuparci: il fondo per la non autosufficienza perde 50 milioni; quello per le politiche sociali oltre 211 milioni. Si tratta di soldi che servono a finanziare gli asili nido, l’assistenza domiciliare, il contrasto alla povertà. Come potremmo non allarmarci?”.
“Nostra opinione – dice il Presidente di Professione in Famiglia Aldo Amoretti – è che l’offerta di un vantaggio fiscale apprezzabile potrebbe indurre 350- 400 mila famiglie a regolarizzare i rapporti sommersi, con un notevoli benefici anche in termini occupazionali. Abbiamo esempi virtuosi di questo tipo di politiche sociali in paesi europei come Francia e Germania: potremmo prenderne spunto e organizzare una coalizione di forze a sostegno di proposte che possono essere messe a punto tra chi è interessato”.
“Il caregiver, ossia chi si occupa di assistenza familiare con spirito disinteressato e in maniera gratuita – ha detto il Senatore Ignazio Angioni – svolge un ruolo importantissimo non solo per il suo nucleo familiare, ma per la società. Per questo chiediamo il riconoscimento giuridico di questa figura, così che il caregiver veda riconosciuta la dignità del loro operato, anche a livello legislativo”.
“Questa giornata – ha concluso il Direttore Fipac Lino Busà – ha gettato le basi per un lavoro che dovrà proseguire sia a livello territoriale che con le Istituzioni, per un dialogo e un confronto sempre più serrati che portino alla soluzione di una problematica che interessa milioni di persone e coinvolge altrettante famiglie italiane”.