La categoria su cui, spesso sbagliando, si pensa non valga la pena investire, anche in termini di prevenzione, è certamente quella dei pensionati e, più in generale, degli anziani.
Un errore concettuale sia in termini umani che strategici.
L’importanza della categoria dei pensionati e degli anziani si avverte, soprattutto, sotto due profili: da una parte, il loro indispensabile sostegno, talora anche economico, per le generazioni più giovani e, dall’altra, per l’onere a loro ascritto in termini previdenziali e assistenziali.
Ed invero, una terza o quarta età in forze ed in salute non è solo un diritto per coloro che l’hanno raggiunta (contribuendo peraltro all’edificazione e al mantenimento del servizio sanitario nazionale) ma è anche un’opportunità per i più giovani.
Ad esempio, il ruolo dei nonni è certamente indispensabile per gli equilibri di un nucleo familiare.
Caregiver è il termine inglese per chi assiste un malato o una persona non più autonoma come un anziano. In questo senso, sono proprio i nonni i migliori caregiver dei bambini e, in molte società, il loro coinvolgimento è da sempre sinonimo di benessere per i bambini e per i genitori che, tuttavia, con il diradarsi della famiglia patriarcale nella società moderna è andato perdendosi.
I nonni, infatti, grazie alla loro capacità di essere sempre empatici e disponibili per i propri nipoti, poiché riescono ad immedesimarsi negli altri ed a capire gli stati d’animo, contribuiscono di fatto al benessere familiare.
È sbagliato ricondurre un’intera categoria di soggetti entro i confini di un banale “stanno diventando vecchi, non riescono più a fare nemmeno un piano di scale” poiché si tratta di un preconcetto dettato da una semplicistica forma di ageismo.
Se, anziché attribuire all’età che avanza la riduzione della capacità fisica, ci si soffermasse ad osservare più attentamente le singole situazioni di malessere e/o di disagio si potrebbe capire se quella riduzione di prestazioni a livello fisico o cognitivo sia dovuta a una causa correggibile.
Quanto alle considerazioni appena fatte circa il valore diretto e indiretto dei nonni, non di rado anche dal punto di vista meramente economico, si potrebbero fare diverse osservazioni.
Se ne considerino solo alcune. Si può cominciare dal senso di gratitudine e si può finire con la presa di coscienza delle nostre responsabilità come generazione di mezzo, che potrebbe impegnarsi maggiormente per garantire agli anziani non solo anni di vita in più ma anche una vita qualitativamente migliore, mediante scelte individuali e collettive di impegno sociale.
A dare il colpo di grazia a questo legame nonni-nipoti-genitori è arrivata la pandemia da covid, che ha separato le tre generazioni privando gli anziani di uno stimolo di vita importante dal punto di vista cognitivo e affettivo e privando allo stesso tempo anche i bambini ed i genitori di un riferimento psicologico autorevole.
Per questo motivo, per guardare al futuro, conviene investire sugli anziani salvaguardando, soprattutto, la loro salute fisica, psicologia ed affettiva.