Il Presidente della Fipac del Veneto Lino Ferrin è intervenuto alla Conferenza stampa del PD sul problema delle Schede ospedaliere
Lino Ferrin, Presidente Fipac del Veneto è intervenuto alla Conferenza stampa del PD sul problema delle Schede ospedaliere.
«Siamo preoccupati – dice Ferrin- perché la USLL di Vicenza sono le più penalizzate del Veneto. C’è un rischio seri di fuga dei primari dalla provincia e l’innescarsi di una guerra tra poveri” . Il capogruppo Pd in consiglio regionale Stefano Fracasso e la segretaria provinciale Dem Chiara Luisetto vanno all’attacco e chiedono che, concluse le audizioni in V commissione e in vista del voto finale previsto per il 30 aprile, vengano ripristinate le posizioni perdute per garantire parità di trattamento.
Per i due esponenti dei Democratici le Ulss Berica e Pedemontana escono con le ossa rotte da questa bozza di riorganizzazione degli ospedali veneti proiettata sui prossimi 5 anni, e denunciano un’impostazione che, nel rapporto posti letto-popolazione, farebbe di Vicenza il fanalino di coda della Regione.
Il j’accuse ieri dalla sede di via dell’Oreficeria. «Noi siamo a 2,9. Verona è a 4,3 – Belluno a ,38. Rovigo a ,21. Padova a 3,86. Treviso a 3,36. Venezia a 3,26». Né si va bene – sostiene Fracasso – nel rapporto apicalità – posti letto. «Vicenza ha 1 primario ogni 20,5. Meglio solo di Treviso, che ne registra 1 ogni 20,9- Ma peggio delle altre province. Verona è a 19,4. Padova a 18,8. Rovigo a 17,1. Venezia a 17- Belluno a 13,9». Numeri – per il Pd – specchio di un punitivo arretramento. Da qui richieste che riecheggiano le rivendicazioni dei sindaci delle due conferenze: «A Bassano primariato di oncologia, emodinamica h24, posti-letto di psichiatria. A Santorso primariato di urologia. Ad Arzignano-Montecchio primariati di pediatria, radiologia, oncologia. A Valdagno apicalità di chirurgia, posti-letto ginecologia e di terapia intensiva».
Si punta il dito anche contro la trasformazione dei posti di lungodegenza, per la verità finora quasi mai attivati, in letti di ospedali di comunità, che, secondo Fracasso, «non garantiscono forme adeguate di assistenza a pazienti colpiti da patologie complesse» e spezza più di una lancia a favore dei sindaci, «svuotati di poteri» dalla riforma sanitaria veneta del 2016, «mentre sono loro a conoscere più di altri le criticità del proprio territorio».
Poi l’allarme, condiviso dalla Fipac: «Il depotenziamento del sistema socio-sanitario vicentino porta solo a guerre fra poveri. Non cerchiamo sterili polemiche. Vogliamo tutelare le persone più fragili, debole della comunità. Il pericolo è di spingere la gente verso il privato e di creare discriminazioni fra chi può pagarsi una sanità di livello e chi deve ricorrere a ospedali pubblici in difficoltà in cui il personale è costretto a fare miracoli per coprire i turni e far fronte alle emergenze».
Il Presidente Lino Ferrin, che è anche coordinatore provinciale del Cupla, il coordinamento unitario delle associazioni dei pensionati del lavoro autonomo «le liste di attesa si allungano e la situazione dei pronto soccorso esasperai cittadini».
In conclusione i partecipanti alla conferenza stampa si sono dimostrati fiduciosi sul buon esito delle richieste di modifica: «Si è capito che certe scelte non sono percorribili. I primari sono figure necessarie per evitare le fughe dei medici. Le nostre richieste si basano su elementi razionali».