Quasi sette milioni di anziani poveri secondo l’Inps (con un assegno mensile inferiore ai 707 euro lordi). Un milione e 470 mila famiglie indigenti, cioè 4 milioni e 102mila individui di cui 590 mila anziani, secondo l’Istat.
Questi i numeri al centro della Giunta Fipac-Confesercenti, riunitasi all’indomani dell’approvazione al Senato del decreto sulle pensioni varato dal Governo che prevede il parziale rimborso della mancata perequazione delle pensioni oltre tre volte il minimo (e fino a sei volte il minimo) a partire dal primo agosto.
Sono numeri che raccontano la verità e bisogna smetterla di alimentare un conflitto generazionale o dipingere i pensionati come ricchi signori oziosi che vivono alle spalle del Paese e tolgono il lavoro ai giovani.
C’è invece un grande problema di equità sociale ed è quindi necessario sostenere i pensionati con redditi bassi, affinché non precipitino nell’inferno della povertà, tenuto conto che stanno perdendo potere d’acquisto di giorno in giorno.
Alla situazione già problematica rappresentata dai dati Inps ed Istat, infatti, occorre aggiungere l’andamento dell’inflazione a giugno che farà aumentare il costo della spesa per ciascun pensionato.
Di fronte a questo scenario, Fipac riconferma l’esigenza di un adeguamento delle pensioni sotto i mille euro ed un intervento straordinario per quelle più povere.
Non possiamo consentire che 6,6 milioni di persone “sopravvivano” dopo una vita di sacrifici e di lavoro. Per questo torniamo a chiedere la rivalutazione delle pensioni più basse, l’allargamento del bonus di 80 euro anche ai pensionati, l’ampliamento della “No Tax Area” sino a 13.000 euro, la riduzione della pressione fiscale ed una legge nazionale per la non autosufficienza. Ai Comuni chiediamo riduzioni della fiscalità locale, delle addizionali e migliori servizi sociali.
Su questi temi la Fipac ha deciso di indire una giornata di mobilitazione nazionale per il prossimo 10 settembre.