Una riforma organica delle pensioni non c’è e non era stata messa in conto. Quella che la prossima settimana approderà alla Camera dei deputati sarà una legge di stabilità emendata solo in parte nel capitolo previdenziale. La proposta di modifica più attesa, se non altro perché annunciata da tempo, è lo sblocco della rivalutazione degli assegni previdenziali più elevati. Più esattamente, secondo un emendamento presentato dal relatore Maino Marchi (Partito Democratico) per il triennio 2014-2016 la rivalutazione automatica dei trattamenti pensionistici è riconosciuta nella misura del 95% per le pensioni superiori a tre volte il trattamento minimo INPS.
E ancora, secondo il testo è prevista anche la riduzione delle indicizzazioni nella misura del 50% per le pensioni superiori a 5 volte il trattamento minimo e fino a 6 volte. Nella misura del 40% per il 2014 e del 45% per il 2015 e il 2016 per i trattamenti superiori a sei volte. Infine, solo per il prossimo anno non è riconosciuta la rivalutazione per le fasce di importo superiori a sei volte il minimo INPS. Allo studio anche il blocco del cumulo tra pensione d’oro e stipendio pubblico. Tuttavia intorno a questa eventualità, cancellata nel 2008, si sta consumando uno scontro politico.L’emendamento che non ti aspetti è stato quello sulla possibilità di cumulare i versamenti dei periodi contributivi non coincidenti per avere un’unica pensione di vecchiaia o anzianità. La facoltà – si legge nel testo elaborato dal gruppo del Partito Democratico e presentato nel corso della settimana appena trascorsa – “può essere esercitata per la liquidazione del trattamento pensionistico di vecchiaia, di anzianità e la liquidazione del trattamento pensionistico per la pensione anticipata dei trattamenti per inabilità e ai superstiti di assicurato deceduto prima di aver acquisito il diritto a pensione”.Troppo poco? Sì, secondo il presidente di Fipac Confesercenti Massimo Vivoli. In merito alle proposte di modifiche alla legge di stabilità annunciate dal Governo, ha chiesto al viceministro all’Economia Stefano Fassina (Partito Democratico) di intervenire anche a sostegno degli esodati del commercio: “In Italia, ci sono 1.458 donne (su 1.800 casi complessivi) che hanno scelto il prepensionamento, spesso a causa della crisi del settore commercio, ma che non percepiscono il trattamento a causa di un buco nella riforma Fornero”.