Busà, Direttore dell’associazione dei pensionati Confesercenti: troppi anziani abbandonano cure, cambiamo il modello della sanità pubblica. Rimodulare i ticket sanitari sulla base dell’Isee
Una petizione per riformare l’organizzazione della sanità pubblica, indirizzandola verso un’assistenza territoriale continua, 24 ore al giorno, per offrire più cure dove vivono le persone. A lanciare l’iniziativa è Fipac, l’associazione dei pensionati di Confesercenti, che ha già cominciato a raccogliere le firme, raggiungendo 15mila sottoscrizioni in una sola settimana.
“Negli ultimi anni – spiega Lino Busà, Direttore Fipac – abbiamo registrato il moltiplicarsi di casi di abbandono delle cure mediche da parte di molti anziani, per motivi economici o per gli eccessivi tempi di attesa. Un fenomeno che desta preoccupazione, e che mette in luce la necessità di cambiare la nostra sanità, superando il modello insostenibile centrato sulla medicina riparativa per puntare sulla prevenzione e la medicina d’iniziativa. Per questo con la nostra petizione chiediamo al Presidente del Consiglio, al Ministro della Salute e ai Presidenti delle Regioni un’assistenza sanitaria fruibile 24 ore al giorno, 7 giorni su 7 per essere vicini a chi sta male, soprattutto nella condizione di anziano. Chiediamo anche una sanità più giusta e meno onerosa, rimodulando i ticket sanitari sulla base dell’Isee”.
“La necessità di cambiare è avvertita fortemente dagli anziani. Lo testimoniano le 15mila firme a sostegno dell’iniziativa che abbiamo raccolto in appena sei giorni, nel corso della nostra “Settimana della Buona Salute”, che tra il 20 ed il 26 aprile ha portato 100 iniziative in 100 piazze italiane – convegni, visite mediche, corsi di alimentazione, ma abbiamo anche distribuito circa 50mila manuali per un corretto stile di vita – per rimettere al centro dell’attenzione i temi della salute. La raccolta firme proseguirà – conclude Busà – fino a metà settembre, quando porteremo la nostra petizione al Ministro per la Salute Beatrice Lorenzin. Cambiare si può: già il decreto Balduzzi prevedeva di aggregare i medici di famiglia in centri di assistenza h24; adesso, con il rinnovo dei contratti degli accordi collettivi per la medicina territoriale, c’è anche l’occasione giusta per intervenire”.