Di seguito gli interventi degli ospiti che hanno preso parte all’assise
Adeguamento automatico dell’età pensionabile alla speranza di vita, inefficienze e diseguaglianze nella sanità, necessità di non creare un conflitto generazionale tra anziani e giovani, welfare, invecchiamento attivo, legge di Bilancio, crisi, impoverimento di famiglie e imprese: questi alcuni dei temi trattati dai relatori e dagli ospiti nel corso dell’Assemblea Fipac.
Antonella Incerti della Commissione Lavoro della Camera ha sottolineato: “non bisogna mai dimenticare che i lavoratori di oggi sono i pensionati di domani e che i pensionati di oggi sono i lavoratori di ieri. Questo per dire che quando si parla di lavoro si fa riferimento anche a pensioni, giustizia sociale, democrazia e futuro. Va restituita dignità al lavoro, ma anche dignità al momento del ritiro dal lavoro: non ci devono essere pensionati poveri, che magari scelgono di continuare a lavorare per vivere in maniera economicamente più florida. O pensionati che sono costretti a smettere di lavorare a più di settanta anni, perché così si crea uno scontro generazionale. La legge Fornero ha generato un cambio di paradigma, su cui è difficile intervenire, che lega a doppio filo pensione e aspettativa di vita. Un modello che deve essere cambiato per essere di maggiore protezione nei confronti dei cittadini. E in questo credo che si possa collaborare attivamente con la vostra Federazione, affinché le radici di cui parlate oggi siano un pilastro su cui costruire il futuro, anche per i giovani che, come dicevo all’inizio del mio intervento, saranno i pensionati di domani”.
Mario Abbruzzese Consigliere Regione Lazio e Vice Presidente della Commissione che si occupa di welfare ed attività economiche, dopo aver ringraziato la Fipac per l’invito ha sottolineato di partecipare in rappresentanza della Regione Lazio. E’ un momento di grande riflessione quello che ci offrite oggi. I pensionati sono persone attive, attori che hanno contribuito a costruire il Paese. Dalle baby pensioni si è passati ai pensionati ultrasettantenni e questo dimostra quanto il Paese sia incapace di trovare quella via di mezzo che come si dice porta alla virtù. Su questo è necessario lavorare e insieme e credo che occasioni di dibattito come queste siano davvero un passo verso questo percorso di cooperazione”.
Vittoria D’Incecco, co-coordinatrice del gruppo interparlamentare “Invecchiamento attivo” ha ribadito: “credo molto che a contribuire ad un invecchiamento sano delle persone, oltre ad una dignità nel fine lavoro e un’aspettativa di vita che tuteli la salute, attraverso una costante ed efficiente assistenza sanitaria, vi sia anche un coinvolgimento attivo nella vita sociale degli anziani. Come medico è nella mia natura battermi per l’assistenzadelle persone più fragili e sensibili e gli anziani rientrano in questa categoria. Credo si debba proseguire la strada intrapresa da questo Governo e dal Parlamento che, attraverso una fervente attività, ha messo in campo diversi programmi che riguardano l’invecchiamento attivo. Auspichiamo, quindi, che questo tema rientri in una legge quadro in quanto è centrale in un Paese in cui, come dimostrano i dati demografici, ormai la popolazione è composta in larga parte da ultrasessantenni.
Beatrice Tragni, Coordinatrice del CUPLA, ha sottolineato l’importanza del coordinamento fra le associazioni dei pensionati del lavoro autonomo e l’importanza che, tutti, unitariamente ci si possa battere per una legge nazionale sull’invecchiamento attivo.
Aldo Amoretti, Presidente di Professione in Famiglia, dopo aver lamentato la scarsa attenzione del Governo e della politica in genere sul tema della non autosufficienza, ha proposto una iniziativa unitaria per chiedere la deducibilità dalla tassazione dei costi dell’assistenza domiciliare svolta dalle “badanti” o figure similari.
Daniela Sbrollini, vice presidente della Commissione Affari sociali e Sanità della Camera ha evidenziato il lavoro svolto in questi anni in tema di politiche sociali. Il punto essenziale sul quale, ora più che mai, è necessario battersi è rimettere al centro la persona. A mio parere – ha sottolineato la parlamentare – il termine spesa sociale e sanitaria andrebbe abolito e sostituito con le parole investimento sociale e sanitario. Nel 1948 l’OMS scriveva: “quando una persona vive di più deve essere accompagnata ad una vita migliore”. È indispensabile lavorare ad un welfare che tenga conto del presente e del futuro. Nella sanità pubblico e privato devono lavorare insieme, ma il pubblico deve poter essere sempre la prima scelta e deve essere messo nelle condizioni di operare efficacemente, in qualsiasi territorio. Vanno garantite strutture adeguate, le liste d’attesa vanno ridotte e i superticket aboliti. Va posta grande attenzione alle nuove patologie e vanno ridotte al massimo le diseguaglianze sociali. Infine è fondamentale sburocratizzare il lavoro dei medici che non devono essere oberati da questioni amministrative e concentrarsi sulla cura del paziente. Per tutte queste questioni così importanti abbiamo necessità di un confronto con esperti, associazioni e competenze, per arrivare ad un risultato che sia più vicino possibile alle reali esigenze dei cittadini. Sono certa che anche grazie ad Associazioni come la vostra riusciremo a creare sempre più un paese a misura di cittadino”.